Nel 1948, Mons. Strazzacappa, su un numero della rivista “Settimana del Clero” auspicò e scrisse: “A conclusione (di un programma proposto per riaccendere in tutta Italia la devozione alla Madonna facendo conoscere il messaggio di Fatima) sarà bello erigere a Trieste un Tempio in onore della Madonna”.
Passarono gli anni ed esattamente dieci anni dopo, nel 1958, durante una riunione della Conferenza episcopale italiana tenutasi a Roma, venne preso in seria considerazione l’auspicio del Sommo Pontefice Pio XII, che invitava i Vescovi italiani, come già in altre Nazioni era stato fatto, a consacrare l’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Si stabilì perciò di preparare la popolazione a questo evento, facendo passare la statua della Madonna di Fatima per i 92 capoluoghi di provincia del nostro Paese, pellegrinaggio che iniziando dalla Sicilia avrebbe dovuto concludersi a Trieste. Affinché l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria fosse riconosciuto come un evento storico di straordinaria importanza per la Nazione italiana, fu accolta questa proposta espressa con grande entusiasmo dal Cardinale di Bologna, Giacomo Lercaro: “L’itinerario mariano si concluderà a Trieste con una cerimonia che riuscirà cara al cuore di ogni italiano: la posa della prima pietra di un Tempio dedicato a Maria Regina d’Italia, in ricordo della Consacrazione e quale atto di riconoscenza della Patria preservata dalla tirannide del comunismo ateo. Trieste manca di un vero e grande Santuario mariano: è quanto mai bello che l’Italia glielo offra in questa occasione! Dalle colline di Trieste la Vergine guarderà e benedirà tutta l’Italia”.
Il voto del Vescovo Santin diventa improvvisamente e miracolosamente realtà!
Successivamente, in un’udienza privata, poco prima della festa del Corpus Domini del 1959, il Vescovo di Trieste espose l’iniziativa al Santo Padre, Giovanni XXIII che l’approvò con viva soddisfazione ed in quell’occasione espresse il desiderio che il Tempio venisse dedicato a “Maria Madre e Regina”.
Nell’omelia del Corpus Domini il Vescovo comunicò la decisione della costruzione del Santuario mariano, alla città di Trieste, indicando anche il luogo in cui sarebbe sorto il Santuario.
La Madonna pellegrina di Fatima attraversò le 92 città italiane tra l’aprile e il settembre 1959: l’organizzazione fu affidata al Collegamento Mariano Nazionale che costituì un comitato affidandone la segreteria a Monsignor Strazzacappa. Questo pellegrinaggio straordinario fu giustamente chiamato “La più grande missione fatta in Italia”. Esso culminò, com’era d’altronde negli intenti della Conferenza Episcopale Italiana, con la Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria, il 13 settembre 1959, a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale di Catania.
Monsignor Antonio Santin, ricevendo in consegna la statua della Madonna di Fatima il 17 settembre 1959, ricordava il suo voto fatto alla Vergine Maria ed esprimeva questa preghiera: “Resta con noi Maria”. Due giorni dopo, sabato 19 settembre, sul Monte Grisa veniva finalmente posta la prima pietra del grande Tempio. La cerimonia di benedizione era presieduta dal Cardinal Lercaro assistito dal Patriarca di Venezia e Presidente della C.E.I., Cardinal Urbani, e dai Vescovi di Trieste, di Catania e di tutta la Regione Triveneta. Il Santo Padre Giovanni XXIII si rese presente con un memorabile radiomessaggio.
Il Santuario doveva dunque ricordare non solo la grazia ricevuta dalla città dopo il voto pronunciato dal Vescovo, ma anche la Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria: “Ecco la duplice origine -spiegava il Vescovo di Trieste- e il duplice significato del Tempio dedicato a Maria, Madre e Regina, che si innalza sulla nostra città e incombe sul mare”.
Erano i tempi della “guerra fredda” ed il Santuario situato proprio ai confini dell’Europa comunista, sarebbe diventato così un simbolo e un’implorazione all’unione fra i popoli, in particolare fra l’Occidente e l’Oriente.
Il 20 settembre, la Madonna pellegrina, ritornava nella Cappellina di Fatima.
Al Vescovo Santin, nel frattempo, erano giunte richieste perché l’Immagine della Madonna di Fatima davanti alla quale si era commossa tutta l’Italia, rimanesse a Trieste. A questo desiderio venne incontro il Vescovo di Leiria, Monsignor Joao Pereira Venancio, sotto la cui giurisdizione si trova il Santuario di Fatima. Egli fece eseguire dallo scultore Alberto Barlusa di Braga, lo stesso che aveva modellato la statua della prima Madonna Pellegrina di Fatima che aveva visitato tutte le città italiane, una copia identica e volle portarla personalmente dal Portogallo a Trieste per destinarla al nuovo Tempio. La statua arrivò a Napoli da Lisbona a bordo del Translatlantico “Giulio Cesare”, custodita nella Cappella di bordo, e da Napoli a Trieste con la Motonave “Saturnia”.
Arrivò a Trieste alle ore 17.00 del 7 giugno 1960 accolta dal suono a distesa delle campane di San Giusto e delle Chiese di tutta la città e, trasportata processionalmente nella Chiesa di San Giusto, vi rimase per quasi 6 anni, fino a costruzione ultimata del Santuario.
La data della consacrazione del Santuario fu stabilita per la Domenica 22 maggio 1966: l’Immagine della Madonna era giunta al Tempio in processione fin dalla sera precedente.
Il Santuario fu consacrato con rito liturgico solenne, dal Patriarca di Venezia Cardinal Giovanni Urbani alla presenza di due Cardinale: Il Cardinale Ildebrando Antoniutti, Prefetto della Congregazione dei Religiosi ed il Cardinale Arcadio Larraona, Prefetto della Congregazione dei Riti, cui fecero corona altri 20 Vescovi della Regione Triveneta e di altre Diocesi Italiane.
Nella stessa occasione fu consacrato l’Altare maggiore dal Cardinal Ildebrando Antoniutti, l’Altare del Santissimo Sacramento da Monsignor Raffaele Radossi, Arcivescovo di Spoleto-Norcia, e l’Altare della Madonna di Fatima da Monsignor Antonio Santin. Al termine della funzione comparve, sui teleschermi installati nella Chiesa, il volto del Santo Padre, Paolo VI che volle ricordare l’evento straordinario della Consacrazione della Nazione italiana al Cuore Immacolato di Maria, compiuta dai Vescovi italiani a Catania, il 13 settembre 1959.
Il primo Maggio 1992 Sua Santità Giovanni Paolo II, oggi venerato come Santo, visita il Santuario.
Il Papa offre al popolo uno splendido discorso, una preghiera alla Beata Vergine Maria che resterà come ricordo indelebile della sua visita e una preziosa corona del rosario che Egli stesso pone tra le mani della Vergine Maria.
Il Santuario di Monte Grisa, volendo essere fedele alla storia della sua origine, ripropone ciò che è centrale nel Messaggio di Fatima dove la Madonna ha mostrato il Suo Cuore Immacolato circondato di spine a causa dei peccati degli uomini ed ha assicurato che il Suo Cuore Immacolato trionferà sul male del mondo. Il Carisma di Fatima è il “Cuore Immacolato di Maria” che chiede riparazione per i peccati: questo Santuario è sorto soprattutto per ricordare l’avvenimento eccezionale della Consacrazione della Nazione Italiana al Cuore Immacolato di Maria, fatta il 13 settembre 1959, da tutti i Vescovi italiani riuniti a Catania per il Congresso Eucaristico Nazionale!
Il compito di questo Santuario sarà dunque quello di diffondere e irraggiare la spiritualità del “Cuore Immacolato di Maria”. La Madonna, sempre a Fatima, ha anche rivelato che Dio, per salvare le anime dei peccatori, vuole stabilire nel mondo la devozione al Suo Cuore Immacolato ed ha esortato tutti gli uomini a non temere le prove della vita, perché il Suo Cuore Immacolato sarà il rifugio e il cammino che ci condurrà a Dio: ecco le motivazioni per cui, in questo Santuario, viene proposta la consacrazione e la devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Il Santuario di Monte Grisa dal 1° settembre 2014 è stato affidato all’Istituto dei “Servi del Cuore Immacolato di Maria” il cui Carisma, ha origine dal Messaggio che la Madonna da Fatima ha dato a tutto il mondo per la salvezza dell’umanità.